Comunicati Stampa

Protesta degli autodemolitori davanti alla Regione Lazio contro il blocco degli impianti romani

» 04.07.2018

Sono scesi nuovamente in piazza stamane, questa volta dinanzi alla Regione Lazio, i demolitori romani, le cui attività sono ferme dal 30 giugno scorso. Per superare la situazione di empasse che vivono sia i 100 impianti presenti nella Capitale, con i loro quasi 2.000 occupati, sia i cittadini (impossibilitati nel demolire i propri veicoli fuori uso) è necessario che la Regione individui e metta effettivamente a disposizione nuove aree di ricollocazione degli impianti. Nell’attesa, è opportuno che il Comune emani un provvedimento ponte che consenta agli impianti che hanno fatto richiesta di autorizzazione di operare fino alla conclusione dell’iter di approvazione.
 
La denuncia e la proposta di uscita dall’attuale situazione di stallo vengono dall’ADA, l’Associazione Nazionali Demolitori Autoveicoli che rappresenta il settore della raccolta e riciclo dei veicoli a fine vita all’interno di FISE UNICIRCULAR, i cui associati hanno oggi manifestato chiedendo un incontro urgente alla Regione.
 
“L’incontro dei giorni scorsi in Comune con l’Assessore alla Sostenibilità Ambientale-Pinuccia Montanari”, ha evidenziato Anselmo Calò – Presidente ADA, “è stato interlocutorio e non ha dato certezze né agli operatori, né alla cittadinanza, confermando di fatto (in assenza di proroghe) il blocco totale dei servizi per le prossime settimane. Il Comune ritiene necessario il coinvolgimento anche della Regione, quindi chiediamo di essere ricevuti con urgenza dalla Regione per avere delucidazioni sull’effettiva messa a disposizione delle aree di delocalizzazione degli impianti a suo tempo individuate e che ad oggi non sono nella disponibilità degli operatori, o per mancanza del previsto esproprio o addirittura per cambio di destinazione urbanistica. E’ tempo che Comune e Regione individuino una soluzione definitiva che ponga fine, una volta per tutte, a una situazione di incertezza che si proroga da oltre 20 anni e che costringe il settore a operare in condizione di costante precarietà, a cui ora si aggiunge il disagio per i cittadini che non possono demolire i loro veicoli fuori uso”.
 

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